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Ha totalmente ragione Elly Schlein quando ricorda che 14 milioni di voti sono una base importante, un fatto politico rilevante.
Irriderli come fa la destra, votata da un numero ben minore di cittadini, è grave e sbagliato.
I referendum sul Lavoro e sulla Cittadinanza hanno riguardato temi cruciali per la vita delle persone e noi continueremo a dare battaglia, contro la precarietà, per la sicurezza, per i diritti.
Quindi non finisce qui.
Sapevamo che si trattava di una sfida molto difficile ma è stato giusto lottare, cosa che continueremo a fare con grande determinazione.
Significa che è stata una “vittoria”?
Ovviamente no.
Ma non dimentichiamoci che milioni di donne e di uomini hanno deciso di esserci, di partecipare, di non voltarsi dall’altra parte.
(Venendo a questioni più “lombarde e milanesi”. Ho letto dichiarazioni baldanzose e irriverenti di Attilio Fontana nei confronti di chi ha partecipato al referendum. Anche in questo caso suggerirei alla destra nostrana di prenderla bassa.
Gli elettori che hanno votato “SÌ” in Lombardia sono almeno duecentomila più di quelli che hanno votato proprio Fontana alle regionali. Se poi guardiamo alla città di Milano, che ha risposto in maniera più positiva al referendum, vediamo che i raffronti sono davvero impietosi.
A spoglio ancora in corso si può dire con certezza che i milanesi che hanno votato Sì siano molti di più rispetto ai milanesi che hanno votato le forze di centrodestra alle ultime elezioni comunali, politiche, regionali, europee.
-Perfino il quesito sulla Cittadinanza in città ha ottenuto dieci punti in più rispetto alla media nazionale-.
Quindi si porti un poco più di rispetto per le persone che hanno deciso di non starsene a casa).
Pierfrancesco Majorino